Argo

Argo – Ben Affleck – 2012

Affleck unisce i contrasti della rivoluzione iraniana e gli intrecci politici americani con la leggerezza di Hollywood

Dietro ad Argo, c’è un giovanissimo regista che è anche un attore ben collaudato: Ben Affleck. Lui è riuscito ad abbinare in modo così fluido due universi completamente paralleli, ovvero i contrasti della rivoluzione iraniana e gli intrecci politici americani con la leggerezza della Hollywood che produce film di fantascienza.

Ma non è l’unico contrasto in cui ci si imbatte. Argo gioca volutamente sulla contrapposizione tra il ruolo della finzione in contraddizione con la realtà. E la stessa rappresentazione si basa su una storia vera (come espresso sin dai primi titoli del film) che però rimase segreto di Stato fino al 1997.

La storia ripercorre le vicende susseguitesi a seguito della fuga negli Stati Uniti dello Scià iraniano Mohammad Reza Pahlavi durante uno dei momenti storici più pesanti dell’Iran, la rivoluzione iraniana: il suo regime repressivo, l’accentuare del suo carattere nazionalista e l’impiego di parte delle risorse economiche per finanziare l’esercito e l’acquisto di nuovi armamenti hanno avuto come diretta conseguenza l’insorgere della popolazione a cui sono seguite numerose violenze. Da quel momento partì la rivoluzione che lo scalciò dal potere. Rifugiatosi in America, il nuovo potere iraniano chiese la sua estradizione, non concessa dall’America. Da lì nacquero proteste anti-americane e la presa d’assalto – da parte dei rivoluzionari – dell’ambasciata americana di Teheran, a cui seguì il sequestro per oltre 400 giorni dei suoi dipendenti.

Sei di loro riuscirono però a scappare chiedendo asilo all’ambasciata canadese che gli diede segretamente ospitalità.

E qua entra in campo la finzione o presunta tale. La Cia e l’esperto del campo Tony Mendez organizza una vera e propria esfiltrazione dei sei americani scappati cercando di farli passare come maestranze di un finto film di fantascienza che Hollywood intendeva girare proprio in Iran. In questa maniera il Ministero della Cultura iraniana avrebbe potuto dare loro il permesso di entrata ed uscita e soprattutto con estrema facilità.

Argo intende fare questo: dare un quadro più che veritiero di quello che successe in Iran nel 1979 presso l’ambasciata americana. Ovviamente sotto la lente d’ingrandimento “americana” ma non di quella “iraniana”.

Reale, non reale. Hollywood lo sa fare bene

Per organizzare questa messinscena ultra macchinosa ed estremamente audace la Cia si allea con Hollywwod e trova in Argo – sceneggiatura acquisita dal sindacato dei sceneggiatori – il titolo perfetto e l’escamotage più azzardato e irriverente per portare a casa i suoi connazionali. Si crea un finto ufficio stampa, finti attori, una finta conferenza stampa. La messinscena è così tanto reale che la pubblicizzazione ed il richiamo giunge anche in Iran.

Spetterà poi a Tony Mendez orchestrare in Iran tutta la messinscena nei miglior modo plausibile agli occhi degli iraniani, contando che i sei americani hanno le ore contate e le loro vere identità possono essere scoperte da un momento all’altro.

Un collegamento figurato di film dentro il film, che vuole dare allo spettatore l’idea della verità e della non finzione: Argo, il film reale cerca di ricostruire la verità in fatti storici cercando di essere il più veritiero possibile e Argo, il film fittizio creato all’interno del film è totalmente inventato ma deve risultare vero di fronte al mondo.

Il fatto di giocare su quello che è reale e su quello che non lo è un po’ il filone cardine di tutto il film: la sceneggiatura si basa su una storia realmente esistita, il susseguirsi delle vicende storiche ripercorrono quasi alla lettera ciò che successe in quel 1979, gli stessi interpreti sono calcati quasi alla perfezione sui veri protagonisti della vicenda ( lo si può evincere dai titoli di coda che forniscono immagini parallele tra scene e protagonisti del film e scene e immagini dei veri protagonisti dell’epoca).

Sicuramente gli spunti sono buoni: l’omaggio al cinema, il remake degli intrighi politichi americani anni 70 ma ricostruiti in chiave moderna e il mettere su piazza tematiche attuali come la diatriba Usa – Iran.

La suspence è palpabile come l’idea dell’America salvatrice. Anche troppo. Aggiungerei anche che lo è in maniera troppo sfacciata. E concluderei che no, tutto ciò non fa per me.

Voto 6/10

#ciòcheèrealeciòchenonloè #veritàefinzione #metacinema

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