Belli e Dannati

Belli e Dannati – Gus Van Sant – 1991

Gus Van Sant realizza un viaggio reale ed introspettivo nella droga, nell’amicizia e nelle aspettative di ognuno di noi.

Seattle, Portland, Idaho, Roma. Il viaggio dei due “belli e dannati” Mike (il vero bello e maledetto River Phoenix) e Scott (un giovanissimo Keanu Reeves), prostituti per necessità o per virtù di Portland è tormentato ed emblematico: ogni tappa è scandita da un sipario immaginario, le palpebre di Mike, narcolettico e capace di perdere conoscenza al primo accenno di stress. Alla ricerca costante di una madre che lo ha abbandonato da giovanissimo e della culla serena di un’infanzia perduta, si innamora senza essere corrisposto di Scott, ricco figlio del sindaco di Portland e ribelle per scelta.

Questo lungo viaggio diviene per i due ragazzi anche un viaggio simbolico all’interno dell’adolescenza tormentata, fatta di paure che ci si porta dietro fin da bambini e nella costante ricerca di una guida spirituale che ci indichi la strada migliore per uscire dal tunnel. Della droga. Della solitudine. Della vita.

Gus Van Sant chiude con “Belli e Dannati” la sua trilogia sulla sua città di Portland

Gus Van Sant vive a Portland e con questo film (il cui titolo originario è “My Own Private Idaho”) chiude la trilogia dedicata alla sua città. Eppure guardando i suoi film si avrebbe qualche titubanza nel confermarlo. C’è molto di europeo all’interno della sua filmografia, anche in questa sua prima grande opera, che fu concepita come un fantasioso adattamento di un’opera di Shakespeare, l’Enrico IV: Scott, infatti, ripercorre come il Principe Hal, il celebre personaggio della letteratura shakespeariana, la strada a ritroso, ritornando, dopo un passato difficile, ad essere un uomo per bene.

Gli stessi abiti dei ragazzi di Portland dell’epoca in cui venne girato il film richiamavano stranamente un look barocco e rinascimentale ed il regista ha voluto ricalcare, anche nei costumi, questo parallelismo con l’opera di Shakespeare.

La scelta di Gus Van Sant di girare una parte del film a Roma, invece, non è un caso: i “belli e dannati” del suo film sono un omaggio ai “Ragazzi di vita” di Pasolini. Entrambi adolescenti disagiati e disperati in cerca di denaro, di una dosa o di una nuova opportunità.


Voto 7/10

#amicizia #smarrimento #solitudine

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